È con grande orgoglio che annunciamo l’inizio di una nuova partnership tra Fondazione Capellino e ENPA. Nasce all’interno di Farmers & Predators, un progetto che così vede ridefinito il suo ruolo in favore della protezione generale della biodiversità.
Non è un mistero, non è la prima volta che ne sentite parlare: le specie marine sono fortemente minacciate dall’azione dell’uomo. Dai rifiuti gettati in mare, corpi estranei che mettono a repentaglio l’incolumità della fauna marina, allo sfruttamento selvaggio delle spiagge che modifica irreversibilmente l’habitat di molte specie che hanno nel litorale un punto di riferimento per varie fasi della loro vita.
Tra queste specie vi è la tartaruga caretta caretta. Questo animale, conosciuto anche come tartaruga comune, è (o era) la specie di tartaruga marina più diffusa nelle acque del Mediterraneo e in molti altri mari del mondo. Tuttavia, al momento, è sottoposta a un altissimo rischio di scomparsa dal bacino italiano. Il motivo principale sono i danni subiti dalle loro uova.
Come molti di voi forse sanno, le tartarughe depongono le uova sulla spiaggia e, una volte schiuse, i neonati si dirigono autonomamente verso il mare per raggiungere i propri genitori. Ora, da un lato, il turismo sfrenato su molte delle spiagge del Sud Italia dove si concentrano le tartarughe caretta caretta decima il numero di uova che arrivano al momento della schiusa intatte, dall’altro spesso, durante il tragitto verso il mare, i piccoli della tartaruga trovano ostacoli artificiali o comunque creati dall’uomo che impediscono il passaggio e li portano a una morte prematura, prima ancora di raggiungere l’acqua.
L’Ente Nazionale Protezione Animali lo sa bene, per questo ha messo in piedi il progetto Nate Libere che, insieme all’osservatorio Anton Dohrn di Napoli, si occupa di monitorare la situazione dei nidi di tartaruga nelle zone tra Salerno e Sapri.
Nate Libere, nato nel 2017, ha ottenuto grandi risultati: nel 2018 ha assistito la più grande schiusa registrata sulle coste italiane con ben 102 esemplari che hanno raggiunto il mare.
Lo sappiamo bene anche alla Fondazione Capellino, per questo abbiamo scelto di supportare il progetto con l’acquisto di tre apparecchiature complete fotografiche e di illuminazione a LED per controllare la schiusa delle uova, per un valore complessivo di 2800 euro.
Questo impegno deriva direttamente dalla scelta che abbiamo intrapreso verso un’impresa solidale. Per questo, di fatto, l’aiuto che diamo a ENPA nella sua importante battaglia, discende direttamente dalla scelta che ogni giorno fanno i nostri clienti: comprare un cibo buono per i loro animali, che possa essere buono anche per gli altri animali.
La definizione dell’accordo con ENPA porta anche un nuovo significato al progetto Farmers&Predators nella direzione di una protezione più in generale della biodiversità, oltre che, ovviamente del tentativo di risoluzione del conflitto tra insediamenti umani e grandi predatori, scopo originale della nostra azione.