di Dunia Rahwan
Adottare un cane è un privilegio, ma anche una grandissima responsabilità. Per anni siamo chiamati a rispettarne e soddisfarne i fabbisogni, a impegnarci nella sua educazione e a prendercene cura, anche quando diventerà anziano. L’adozione di un cane cambia la vita, sicuramente in meglio, ma comporta anche una serie di incombenze non banali, dalle quali non potremo mai sottrarci.
È quindi una pessima idea regalare un cucciolo, sia questo di cane, gatto, criceto o petauro dello zucchero: non si regala una responsabilità, ma si sceglie di assumerla. Ricevere un morbido cagnolino il giorno di Natale potrebbe farci urlare di gioia, poi il batuffolo inizierà a lasciare ricordini per tutta la casa, richiederà tempo e attenzioni e sarà un enorme investimento emotivo, nonché economico. Pensandoci bene, è un regalo troppo impegnativo se non esplicitamente richiesto. Se invece decidete di adottare in autonomia, potete sfruttare le lunghe vacanze natalizie per gestire al meglio l’inserimento del nuovo animale nel gruppo sociale.
Siamo giunti a un aspetto cruciale dell’adozione: capire qual è il cane più adatto per noi.
I cani non sono tutti uguali, basta immaginare il chihuahua accanto all’alano. Che sia di razza o meticcio, che è un mix più o meno intricato di razze, il cane di solito viene scelto per questioni estetiche, mentre dovrebbe essere l’ultimo parametro da analizzare in quanto ogni razza ha le sue prerogative caratteriali ed è necessario comprendere le motivazioni che definiscono una certa razza per individuare il tipo di cane più adatto allo stile di vita della famiglia. È un puzzle, e i pezzi devono incastrarsi! Il cane giusto per una famiglia potrebbe essere ingestibile in un’altra; per esempio, è rischioso adottare un cucciolo se resterà da solo molte ore, meglio un cane adulto, magari in là con l’età. Una volta individuato il cane dei sogni, dobbiamo trovarlo.
Di frequente l’adozione del cane viene affrontata con leggerezza: si prenota su internet, si acquista in negozio o si sceglie in un allevamento a caso, e l’aspetto emotivo ci tiene distanti dai canili. Quante volte ho sentito la frase “se vado in canile me li porto a casa tutti”, ma non è necessario: ne basterebbe uno! La visita tra i serragli spaventa, temiamo gli occhioni tristi dietro le sbarre, ma se riuscissimo a prendere il coraggio a due mani e provarci potremmo scovare uno dei tanti tesori nascosti in canile, miniera di gemme dimenticate.
Per acquistare un animale è necessaria un’indagine preventiva scrupolosa e fare la scelta più etica in quanto dietro l’adozione di un cane possono nascondersi storie di maltrattamenti e traffici illeciti riconducibili al mercato delle zoomafie. Cosucce da non prendere sottogamba. Secondo il Rapporto Italia 2021 dell’Eurispes, gli animali sono entrati nelle nostre case come regalo nel 20,7% dei casi mentre il 19,3% arriva da canile/gattile, il 17,1% dalla strada, il 13% da allevamento, il 12,3% da negozi di animali, l’11,4% è stato comprato da conoscenti o privati, il 5,7% ha tenuto il figlio dell’animale di casa e, infine, lo 0,5% è stato acquistato sul web. Secondo la ricerca, quindi, oltre il 37% degli animali domestici italiani è stato comprato.
In Europa il traffico di cuccioli, in modo particolare dai paesi dell’Est, è uno dei fenomeni zoomafiosi più allarmanti secondo il Rapporto Zoomafia 2021 della Lav. I confini dei paesi europei ogni anno vengono attraversati da circa 46 mila cani, la metà dei quali clandestini con documenti contraffatti che non si sa dove siano nati né come abbiano vissuto i primi mesi di vita fino all’adozione. Secondo la ricerca “On the welfare of dogs and cats involved in commercial practice”, finanziata dalla Commissione Europea, il commercio di questi cuccioli genera un valore complessivo di 5,5 milioni di euro ogni mese, ma la LAV ritiene che il valore effettivo sia almeno il doppio. Un affare che sta diventando la punta di diamante delle zoomafie.
Nel peggiore dei casi i cuccioli sul mercato, soprattutto se provengono dai Paesi dell’Est come l’Ungheria, sono allevati in condizioni pietose e devono affrontare viaggi infiniti stipati in furgoni e bagagliai. La mortalità infantile è altissima e di frequente i cuccioli comprati per pochi soldi in allevamento, in negozio oppure sul web sono malati, con libretto e pedigree falsi, così i soldi risparmiati nell’acquisto vengono investiti in costose cure mediche. Senza contare la sofferenza che si prova nel vederli soffrire…
Pensando all’aspetto comportamentale, è fondamentale che un cucciolo cresca con la madre e i fratelli in un ambiente adeguato, senza provare paura e sofferenza. Nei primi due mesi di vita il cagnolino impara a comunicare con i suoi simili e apprende le regole sociali del branco, ma se viene strappato alla madre troppo presto, come spesso accade nel traffico di cuccioli, perde un’importante fetta di insegnamento e in futuro potrebbe manifestare dei disturbi comportamentali.
Secondo una ricerca della BBC, dall’inizio della pandemia sarebbe aumentata l’offerta di vendita di cuccioli sui Social, con un incremento di frodi e truffe. Vi do un consiglio: quando il cucciolo è in vendita sottocosto su internet, con consegna a mano a uno svincolo autostradale, lasciate perdere, è facile che si nasconda del marcio.
Adozione nei negozi è da vagliare attentamente. Considerate che il cucciolo di cui vi siete innamorati ha trascorso settimane in una teca illuminata a giorno, in offerta ai clienti che, uno dopo l’altro, valutano l’acquisto prendendolo in braccio e smanacciandolo. Qui apro una parentesi necessaria: quando tocchiamo un cane sconosciuto quasi sempre lo mettiamo a disagio in quanto i cani non conoscono il nostro modo scimmiesco di comunicare amore, abbracciando e stringendo, loro sono canidi e hanno altri modi di affiliarsi al gruppo sociale, al branco, per esempio si mordicchiano, si leccano e dormono appiccicati.
Inoltre, spesso i cuccioli in vendita condividono il medesimo spazio senza la supervisione di un adulto che moduli le interazioni sociali, che finisco per essere diseducative. In natura, al contrario, starebbero con la famiglia e imparerebbero a fare i cani sotto l’occhio vigile dai genitori e dai fratelli più grandi. Per un cucciolo confinato in un negozio, invece, la strada per crescere equilibrato è tutta in salita. Anche per questo diversi paesi hanno deciso di vietare la vendita di animali nei negozi, in ultimo la Francia che renderà effettiva la nuova legge dal 1° gennaio 2024.
Gli amanti di una specifica razza, che comprendo essendo una fanatica di epagneul breton, hanno due opzioni: cercare il cane nei gruppi rescue presenti sui Social dedicati alla razza, selezionando quelli che si possono andare a conoscere di persona, oppure comprarlo in allevamento. Attenzione, però, esiste allevamento e allevamento! Mentre alcuni sfruttano gli animali per il loro tornaconto economico, altri mettono al primo posto il benessere dei cani, sono profondi conoscitori delle prerogative di razza e programmano le cucciolate nel rispetto delle fattrici e dei nuovi nati.
Ecco qualche consiglio per selezionate un buon allevamento: la prima volta andate di persona a chiedere informazioni e buttate un occhio in giro per vedere se gli animali hanno abbastanza spazio ed è pulito, sono in salute, se hanno un temperamento equilibrato e come si comportano nei confronti degli allevatori: ne sono affezionati o li temono? Sbirciate nelle gabbie e nei recinti, controllate le ciotole e se sono presenti giochi o altro tipo di arricchimento ambientale. Quando avete scelto l’allevamento, seguite il percorso di crescita del cucciolo, incontrare i genitori e visitate la cucciolata più volte prima dell’adozione. In questo modo inizierete a conoscervi e vi assicurerete che il futuro membro della famiglia stia crescendo nel migliore dei modi.
Il primo posto dove cercare un cane da adottare dovrebbe essere il canile o i rifugi della propria zona. In Italia oltre 100.000 cani sono in attesa di una famiglia e scegliere di accoglierne uno è una scelta etica che contrasta il fenomeno del randagismo abbattendo la domanda di cuccioli di razza, spesso di provenienza illecita. Nella ricerca non fatevi guidare dall’emotività ma da esperti di comportamento cinofilo in grado di “leggere” i cani e indirizzarvi verso quello più adatto alle aspettative e allo stile di vita della famiglia. Se nel canile non è presente un educatore cinofilo, durante la visita farvi accompagnare da un professionista esterno: è un’accortezza che potrebbe risparmiarvi i problemi generati da un’adozione sbagliata.
Incontrate sempre di persona il cane prima di accoglierlo in casa; quindi, vi sconsiglio di adottare tramite gli annunci online, spesso più strappalacrime che descrittivi degli animali, per evitare di trovarvi davanti un cane completamente diverso da quello immaginato. A me è capitato con Vilma, la mia bretoncina di 12 anni adottata irresponsabilmente 9 anni fa: l’annuncio declamava “un anno, perfetta con cani persone bambini e al guinzaglio, anche prima esperienza!” e io l’ho fatta arrivare a Milano da Sorrento con una staffetta. Morale: Vilma aveva almeno tre anni, era terrorizzata da tutto e tutti, non aveva mai visto un guinzaglio, e sul fronte della salute è neurologica, epilettica e pure incontinente. Per me è l’ottava meraviglia, ma vi assicuro che i primi anni non sono stati semplici, né economici.
Nei primi mesi di adozione l’aspetto più importante è edificare un rapporto di fiducia e amicizia. Dobbiamo diventare una guida per il cane, un riferimento stabile. Il nuovo amico non deve ubbidirci perché ci teme, quindi è meglio premiare le buone azioni e ignorare gli aspetti negativi in quanto il cane brama il legame sociale e ignorarlo è spesso la peggiore punizione. Appena arrivato a casa, il cane ha bisogno di tempo per ambientarsi: il cucciolo sta vivendo il trauma della separazione da mamma e fratelli, mentre l’adulto ha lasciato un passato in canile, in strada o in un’altra famiglia per qualcosa di ignoto. In entrambi i casi, vanno rispettate le diffidenze nel delicato momento di vita. Nel primo mese di adozione è meglio dedicarsi all’osservazione del nuovo membro della famiglia, imparate a conoscerlo senza chiedergli troppo. Ci sarà tempo per insegnargli il seduto, ad andare a passeggio senza tirare, a rimanere fermo in attesa della ciotola, ma i primi 30 giorni non chiedetegli niente, se non di cominciare a credere in voi.