Quando incotri per strada un gatto che non è sicuramente domestico, è importantissimo capire con che tipo di gatto hai a che fare, e comportarsi di conseguenza.
Questo articolo vuole fornirti alcuni utili consigli per una simile evenienza.
Ci sono alcune differenze fondamentali che distinguono gatti randagi, inselvatichiti e selvatici. Le une più evidenti, le altre meno.
Differenze fisiche
Mentre i gatti randagi e inselvatichiti sono spesso parte della stessa specie (felis catus), i gatti selvatici sono, in realtà, una specie distinta (felis silvestris), con caratteristiche distinte. La differenza più riconsocibile è senza dubbio la taglia, i gatti selvatici sono considerevolmente più grossi e forti dei gatti domestici: i gatti domestici superano raramente gli 80 cm di lunghezza (coda inclusa), mentre i gatti selvatici possono arrivare anche a 120 cm. In paticolare, la coda del gatto selvatico è significativamente più lunga e spessa. Un'altro segnale è il pelo: i gatti selvatici hanno un tipico pelo grigio-marrone, più spesso con una fantasia a strisce.
Differenze di comportamento
Questa è la più chiara differenza tra un gatto randagio e un gatto inselvatichito. I gatti randagi sono gatti abituati agli esseri umani e che sono stati socializzati. I gatti inselvatichiti sono cresciuti o hanno vissuto la maggior parte della loro vita per strada, lotano dagli uomini. Una conseguenza del diverso stile di vita e della diversa educazione è che un gatto inselvatichito cercherà di stare alla larga dagli esseri umani, anche se gli si offre del cibo. Un gatto randagio, invece, con ogni probabilità accetterà il cibo. I gatti inselvatichiti tendono ad aver paura degli umani, il che può anche usccedere con un gatto randagio, ma con reazione molto differenti. Quando si mettono sulla difensiva, i gatti inselvatichiti diventano rumorosi e aggressivi, soffiando e ringhiando, ma scappano appena ne hanno la possibilità. Un gatto randagio scappa meno facilmente e soffia più piano, semplicemente perché è più a suo agio ocn gli esseri umani. Per quanto riguarda i gatti selvatici, be', sei molto fortunato se ti capita di vederne uno. Questo animale è estremamente riluttante a interagire con gli esseri umani e, interessantemente, nessuno aè mai riuscito adaddomesticarne un esemplare.
Quindi cosa faccio?
Una volta capito se sei di fronte a un gatto randagio, inselvaltichito o selvatico, saprai se è necessario agire in qualche modo.
I
gatti selvatici sono una specie in protetta ed è molto difficile incontrarli. Ma se ti dovesse capitare, contatta l'associazione che si occupa della protezione animali nella tua zona, nel caso stiano tenendo traccia del numero di esemplari. Se vuoi sapere di più su questa specie, dai un'occhiata al nostro articolo a riguardo
qui.
Quando incontri un
gatto inselvatichito o, più probabile, una colonia di gatti inselvatichiti, la cosa migliore da fare è contattare la tua organizzazione di protenzione animali di zona, incaricata di gestire la popolazione di gatti inselvatichiti. Anche se sono innocui di per sé, i gatti inselvatichiti possono essere una grave minaccia alla biodiversità locale e agli altri animali. Leggi di più a proposito sul nostro
blog.
Le associazione per la protezione degli animali aiutano a gestire il problema assicurandosi che le colonie non crescano a dismisura tramite la tecnica di catturarli, sterilizzarli e reimmetterli nella colonia (TNR, dall'inglese Trap-Neuter-Return). Questo è considerato il modo più corretto di gestire la questione senza fargli del male. Riporta sempre alle associazioni locali le colonie che trovi e, se ne hai la possibilità aiuta a finanziare i loro progetti TNR, pochi soldi fanno una grande differenza! Poi, se vuoi fare il passo in più, puoi offrirti come volontario per aiutare a gestire e nutrire le colonie.
Quando invece trovi un
gatto randagio, segnalalo al rifugio locale (o portali a casa quando sono amichevoli) così che possano fare la procedura adeguata per prendersene cura. Potrebbero anche avere un microchip che li farà tornare prontamente nella loro casetta .
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