Angelo Gandolfi ed Elisabeth van Iersel, noti naturalisti e fotografi, intraprendono un viaggio attraverso la Francia meridionale, la Spagna e il Portogallo, alla scoperta dei grandi predatori, del loro impatto sull'ambiente e sulle comunità umane che vivono negli stessi ecosistemi.
Mercantour, il Monte Bego visto dalle Postazioni militari dell'Authion, dove passava l'antico confine
I confini e il Parco Nazionale Mercantour
Al colle di Tenda o a Ventimiglia la percezione di attraversare un confine è netta.Per chi ci è vissuto, nei secoli scorsi non è mai stato così.
Mercantour, il villaggio di Lantosque, nella Val Vésubie
Quando la Contea di Nizza passò alla Francia nel 1860, Cavour ottenne che la val Roia rimanesse italiana.La perdemmo con la seconda guerra mondiale e il confine si spostò verso Est, dalla cresta del Monte Bego (dove oggi c'è la parte meridionale del Parco Nazionale Mercantour) al Monte Pietravecchia.
Mercantour, Saint-Etienne-de-Tinée
Per molti abitanti nulla cambiò, perché la principale attività economica della regione,
la pastorizia, non ha confini.Qui in estate arrivavano le greggi dalla Provenza, i pascoli erano in comune, e ancora oggi i mandriani italiani portano le loro bestie sui prati francesi.
Al Mercantour si allevano persino i lama (notare il cane che guida al guinzaglio un lama).
La bestia feroce
Le
Alpi Marittime hanno sempre rappresentato uno dei confini più permeabili delle Alpi, e ben lo sanno i migranti “clandestini". Tra questi, verso la fine degli anni ‘80 del secolo scorso, arrivò un clandestino a quattro zampe,
il lupo.
L'immaginario del lupo, la bestia feroce che divora le fanciulle
Come noto,
negli anni ‘70 il lupo era ridotto ai minimi termini in Italia, con un centinaio di esemplari tra la Calabria e l'Abruzzo. Con la protezione legale, la specie migrò verso Nord attraverso l'Appennino:
Lazio, Toscana, Liguria.
Il primo avvistamento in Francia avvenne nel 1992. La rivista francese Terre Sauvage scrisse:
“finalmente arriva qualcosa di buono dall'Italia".Non tutti la pensavano così. Non c'erano più lupi in Francia da molto tempo, e anche la pastorizia era cambiata, considerata un secondo lavoro o addirittura un hobby:
centinaia di pecore erano lasciate brade sui pascoli, una vera festa per i lupi!
Mercantour, pecore in Val Roia meridionale
Nonostante le inevitabili ritorsioni (
teste di lupi abbattuti esposte pubblicamente per monito) il nostro predatore riuscì a insediarsi stabilmente: oltre alle pecore il parco nazionale è ricco di fauna,
camosci, stambecchi, mufloni, cinghiali.
Un lupo che ha predato una lepre
Ma il lupo aveva ed ha lo status di specie protetta nell'Unione Europea, così lo stato francese fece buon viso a cattiva sorte e si attrezzò, raccomandando, anzi, imponendo i
cani da guardiania, i
recinti, ecc.: tutto ciò che i pastori calabresi e abruzzesi sapevano di dover fare da sempre.Anche in Francia le eventuali predazioni vengono
risarcite dallo Stato.
Alpha, Parc des Loup
Scendendo la Val Roia dal Col di Tenda, in questo freddo e innevato mese di maggio si arriva a Sospel, quasi in Italia, e poi si vira a nord verso St Martin in Val Vésubie.Lassù, a le Boréon, siamo sicuri di vedere i lupi perché esiste da tempo
Alpha, Le Parc des Loup.Nulla a che vedere con l'emozione di incontrare lupi in libertà, ma qui
il contesto paesaggistico è spettacolare e i recinti molto grandi.E poi Alpha ha una
funzione didattica importante, simile a quella che ha avuto il recinto lupi di
Civitella Alfedena.Nel parco la situazione si è stabilizzata intorno ai
40 lupi, in tutta la Francia ce ne sono attualmente
360, benché la legislazione nazionale preveda ogni anno la possibilità/necessità di ucciderne un certo numero, previsto per il 2018
tra il 10 e il 12%.Le autorità francesi stimano che in questo modo intorno al 2023 il numero dei lupi dovrebbe salire a circa 500 capi. Vedremo.
Intanto il lupo italiano è stato avvistato
quasi alla periferia di Parigi, e addirittura in Belgio. Ma
la principale direttrice di espansione sono le Alpi verso Nord e soprattutto la Francia meridionale, verso Ovest.
Noi andremo in questa direzione: la situazione del lupo (e dell'orso) sui Pirenei rappresenterà la
seconda puntata del nostro diario.
Questo diario di viaggio rientra nel più ampio progetto di Almo Nature, Farmers&Predators, il cui obiettivo è favorire ed armonizzare la coabitazione tra gli allevatori e la fauna selvatica.
Per saperne di più clicca qui.