Il diario di viaggio di Angelo Gandolfi ed Elisabeth van Iersel, noti naturalisti e fotografi, attraverso la Francia meridionale, la Spagna e il Portogallo, alla scoperta dei grandi predatori, del loro impatto sull'ambiente e sulle comunità umane che vivono negli stessi ecosistemi.
La
dehesa – notare in alto la macchia mediterranea originale
Una regione poco "industrializzata"
Il
lupo iberico,
di cui abbiamo parlato nella puntata scorsa, sembra essere ormai arrivato alle porte dell'Estremadura, lungo la dorsale della Sierra de Gredos, ad ovest di Madrid.Ma
qui si è fermato, e certamente deve fare i conti con il particolare regime di gestione del suolo e di allevamento tipico della regione.
Fioriture in un campo dell'Estremadura
Si chiama
dehesa, e consiste nel
diradamento degli alberi della macchia mediterranea, e contemporanea pulizia del sottobosco.Gli alberi rimasti, di solito lecci o sugheri, sono a volte potati per allargarne la chioma (qui l'ombra è un bonus per animali ed erbe).Il risultato finale è qualcosa di
molto simile alla savana africana, una prateria che viene recintata e dove bovini e ovini
pascolano liberamente.I maiali si nutrono delle ghiande e producono il famoso
jamón ibérico, che arriva a prezzi di
150 euro il Kg! A volte la
dehesa ha la funzione di
riserva di caccia, di solito per cervi, cinghiali, daini, ecc.Altre volte viene parzialmente coltivata, e spesso produce
miele, erbe aromatiche e fitoterapiche.Per il naturalista
l'impressione è magnifica: l'Estremadura appare come ricoperta di boschi.Vi è infatti una forma di agricoltura/allevamento molto lontana dallo sfruttamento industriale, e come tale
biologicamente sostenibile.
La dimora dei grandi rapaci
Il Salto del Gitano – rifugio di rapaci
In questo ambiente gli
uccelli di ogni tipo si muovono liberamente.Mentre in inverno si possono ammirare decine di migliaia di gru, d'estate la scena viene occupata soprattutto dalle cicogne e dagli uccelli rapaci, di cui la Spagna può vantare
le più importanti colonie a livello mondiale: dai
grifoni agli
avvoltoi monaci, dall'
aquila imperiale all'
aquila del Bonelli, ecc.In Italia (vedi il
caso Sardegna) molti allevatori vedono ancora i grandi rapaci, inclusi gli avvoltoi, come virtuali “
predatori di agnelli".Questo tipo di mentalità sembra essere largamente superato in Spagna.
Vita dura nella dehesa per il lupo, ma non è il solo
In questo contesto globalmente positivo, però,
il lupo trova difficile collocazione.I recinti, siano essi muretti tradizionali, griglie metalliche o filo spinato, sono molto vasti. Gli animali domestici non possono uscire ma il lupo potrebbe facilmente entrare, e in questo caso
non avrebbe alcun tipo di difesa.Ci sono anche diversi spazi naturali, ma non sono molto estesi. Per esempio il
parco nazionale di Monfragüe, dove pascolano cervi, è di
appena 18.000 ettari.
La cascata della Cimbarra, presso Despenaperros , in un territorio di espansione delle linci
Fino a non molti anni or sono l'Estremadura ospitava una piccola popolazione della
lince iberica,
Lynx pardinus.Si tratta di una sottospecie più piccola della lince europea, tra 8 e 14 Kg, certamente un bel gattone, ma dalla taglia insufficiente per predare ungulati, domestici o meno. Infatti
la sua preda preferita è il coniglio, con varianti che riguardano pernici o piccoli mammiferi.Per questo motivo è stata tollerata più a lungo del lupo, ma poi nell'indifferenza generale anche l'ultima lince, tra
bracconaggi più o meno pubblici,
incidenti stradali e il rarefarsi delle prede a causa della
mixomatosi dei conigli,
è scomparsa.
Per trovare la specie dobbiamo quindi dirigerci più a sud, in Andalusia, dove al parco nazionale
Coto Doñana e nel parco naturale di Andujar hanno resistito gli ultimi contingenti autoctoni della lince.Qui sulla Sierra Morena pare sopravvive anche un
piccolissimo gruppo di lupi.
A giudicare dalla taglia dei cani da guardiania, deve esserci ancora qualche lupo nella Sierra Morena
Il tipo di agricoltura/allevamento/ è simile a quello dell'Estremadura, semmai più orientato verso le riserva di caccia. La differenza la fanno quindi i grandi spazi, la Sierra Morena è un complesso boschivo di montagne ondulate a nord di Cordoba, esteso per 450 km sull'asse est-ovest.
Cervi in una riserva di caccia, dove la lince è un ospite tollerato
Ad Andujar mi confermano che il sistema delle riserve di caccia recintate può aver contribuito alla conservazione della lince. Un altro fattore sarà stata la presenza di grandi spazi di riserva di proprietà pubblica, come il
Coto Lugar Nuevo/Contadero.Alla mia obiezione che
tutti questi recinti hanno ben poco di naturale e impediscono il libero movimento degli animali, rispondono che però
la lince è in grado di superarli senza difficoltà.Accolgo la spiegazione con riserva: i pali, a volte ritorti all'interno con filo spinato in cima, non mi sembrano poi così facilmente superabili.
La dehesa di Andujar
Al prossimo appuntamento vedremo più in dettaglio qual è lo status del lupo e della lince in Andalusia.
Questo diario di viaggio rientra nel più ampio progetto di Almo Nature, Farmers&Predators, il cui obiettivo è favorire ed armonizzare la coabitazione tra gli allevatori e la fauna selvatica.
Per saperne di più clicca qui.
Per leggere la prima puntata del diario, clicca qui