“Uomini, animali e piante devono trovare una convivenza equilibrata e armonica":
Maurizio Burlando, Direttore del Parco Naturale Regionale del Beigua (Ge), ha aperto così il seminario nazionale dedicato al lupo che si è svolto lo scorso 20 marzo ad Arenzano (Ge).Il seminario, organizzato dal
Parco Naturale Regionale del Beigua insieme a
Federparchi e
Legambiente, ha voluto fare un punto della situazione sul ritorno del lupo in Italia e sulle esperienze di tutti i soggetti coinvolti quotidianamente nella salvaguardia di questo animale e nella promozione di una convivenza pacifica del lupo con l'uomo.
Il ritorno del lupo: la necessità di una corretta informazioneNegli ultimi decenni, il progressivo spopolamento delle aree rurali ha portato ad un aumento della superficie boschiva e all'aumento della fauna selvatica: caprioli, cinghiali, camosci, tassi… incluso il lupo, che di essi si nutre.
Il lupo è però un predatore generalista e opportunista, che in caso di necessità non disdegna il bestiame domestico. Questo ha inevitabilmente portato ad un aumento dei conflitti reali tra la popolazione e gli allevatori che abitano le zone appenniniche e alpine, ma anche dei
conflitti mediatici: troppo spesso infatti, invece di promuovere il messaggio che l'aumento della fauna selvatica è indice di una salubrità dell'ambiente e di ricordare l'importante ruolo di regolazione dell'ecosistema svolto dai grandi carnivori europei, si enfatizza invece
il conflitto tra uomo e lupo, quando poi non si promuove un'aperta disinformazione facendo leva sulla paura ancestrale suscitata da questo animale.È necessario invece promuovere una corretta informazione sul lupo, a partire dalle politiche virtuose messe in pratica da Parchi, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste e Corpo Forestale dello Stato, autonomamente o grazie a progetti europei LIFE dedicati al lupo. Il punto focale di questi progetti è
il rapporto con gli allevatori, fondamentale per
la riduzione del conflitto uomo-lupo: per questo è necessario continuare a lavorare ad una semplificazione e standardizzazione delle pratiche di indennizzo da predazione; all'implementazione di sistemi di prevenzione integrata, come recinti fissi e mobili correttamente realizzati per impedire la predazione, dissuasori, ma soprattutto
l'uso dei cani da guardiania, e ad una corretta informazione al pubblico. Le attività di monitoraggio sul territorio e la prevenzione del bracconaggio in team con il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia Provinciale completano il quadro delle attività svolte per la salvaguardia del lupo nel nostro Paese.
Le iniziative sul territorioIn questo contesto spiccano poi soluzioni innovative portate avanti da alcune realtà: il Parco Nazionale della Majella – il cui simbolo è proprio il lupo – ha attivato l'iniziativa “Il lupo riporta la pecora" come sistema alternativo di indennizzo dei danni da predazione. L'idea è quella di ripristinare anche il potenziale produttivo dell'animale, che va perduto con il semplice indennizzo economico: nei casi di predazione accertata da lupo, l'allevatore riceve in cambio nuovi capi, che provengono da un gregge appositamente allevato, certificato e controllato dal
Parco Nazionale della Majella. Così, grazie a questa iniziativa, l'allevatore azzera il danno, e il Parco riduce sostanzialmente l'erogazione di fondi per la compensazione, liberando risorse per le altre attività.Un altro esempio è la collaborazione di
Almo Nature alle attività del WAC – Wolf Appennine Centre del Parco Nazionale dell'Appenino Tosco Emiliano, dell'Associazione
Canis Lupus Italia, e del progetto
Life WolfAlps:
Almo Nature fornisce gratuitamente agli allevatori che aderiscono al progetto le crocchette per i loro cani da guardiania fino al 31/12/2015, come contributo concreto per supportarli nella loro attività quotidiana.Il passo successivo deve però essere quello di creare una vera e propria rete di collaborazione tra i Parchi, le associazioni e le istituzioni che lavorano per la salvaguardia del lupo e la mitigazione dei conflitti con l'uomo lungo tutta la dorsale appenninica e l'arco alpino così da creare
una piattaforma nazionale in grado di fare sistema e implementare misure attive per la protezione del lupo e la mitigazione dei conflitti con l'uomo.